giovedì 26 settembre 2013

Presenza di lavoratori autonomi in cantiere

In merito alla presenza in cantiere di lavoratori autonomi, che di fatto sono riconducibili alla tipologia contrattuale di cui all'articolo 2222 del codice civile, ma nella realtà operano all'interno del cantiere svolgendo le medesime attività dei lavoratori dipendenti o inseriti nel ciclo produttivo delle imprese esecutrici.
Tale fenomeno rappresenta per lo più una situazione irregolare, ed è stato affrontato dal Gruppo Interregionale Edilizia del Coordinamento Tecnico Interregionale della Prevenzione nei luoghi di lavoro, che ha prodotto un Documento che chiarisce la situazione e affronta il problema fornendo anche uno schema di casi che è possibile si verifichino in cantiere.

L'articolo 21 del DLgs 81/08 indica gli obblighi del lavoratore autonomo in materia di sicurezza sul lavoro. In particolare il lavoratore autonomo ha l'obbligo di:
a) utilizzare attrezzature di lavoro in conformità alle disposizioni di cui al Titolo III;
b) munirsi di dispositivi di protezione individuale ed utilizzarli conformemente alle disposizioni di cui al Titolo III;
c) munirsi di apposita tessera di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le proprie generalità, qualora effettuino la loro prestazione in un luogo di lavoro nel quale si svolgano attività in regime di appalto o subappalto.
Tuttavia, al Titolo IV - Cantieri temporanei e mobili - l'articolo 94, comma 1 recita:
I lavoratori autonomi che esercitano la propria attività nei cantieri, fermo restando gli obblighi di cui al presente Decreto Legislativo, si adeguano alle indicazioni fornite dal coordinatore per l’esecuzione dei lavori, ai fini della sicurezza.
Mentre la definizione vera e propria del lavoratore autonomo all'interno del Titolo IV all'articolo 89, comma 1 lettera d) viene fornita tale definizione: 
lavoratore autonomo: persona fisica la cui attività professionale contribuisce alla realizzazione dell’opera senza vincolo di subordinazione
A tale definizione si affianca quella dell'articolo 2222 del codice civile:
Quando una persona si obbliga a compiere verso un corrispettivo un'opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente
Ritornando al Documento del Gruppo Interregionale, viene sottolineato che, ai fini della regolarità della presenza di lavoratori autonomi in cantiere, è fondamentale che si verifichi la reale autonomia operativa del lavoratore autonomo. I parametri di tale evidenza di autonomia operativa possono per esempio risultare dalla sottoscrizione di un contratto nel quale risulti "'impegno ad effettuare una determinata lavorazione, quantificata e distinta, con capacità proprie del prestatore d'opera di svolgere attività specialistica e specializzata, dall'utilizzo di propria attrezzatura e materiali, dal rapporto di pluricommittenza e per lo svolgimento di detta prestazione non vi sia commistione lavorativa con altro di cantiere.
In conclusione non si devono verificare situazioni in cui il lavoratore autonomo soggiaccia continuativamente e in modo coordinato al potere "direttivo, organizzativo e disciplinare da parte di altro soggetto" o anche non sia egli stesso a esercitare tali poteri su uno o più soggetti.

Per approfondimenti si rimanda alla lettura del documento completo "Lavoratori autonomi, attività di cantiere" predisposto dal Gruppo Interregionale Edilizia e licenziato dal Comitato Interregionale PISLL (seduta 29/11/11). e alla lettura della Circolare del Ministero del Lavoro n. 16 del 2012 "Lavoratori autonomi - attività di cantiere - indicazioni operative per il personale ispettivo" che rimanda alla suddetto documento.

domenica 22 settembre 2013

DLgs 231/2001 e i Modelli di Organizzazione Gestione e Controllo

La gestione della salute e sicurezza sul lavoro è parte integrante della gestione dell'azienda.
Il DLgs 231/01 ha introdotto la responsabilità amministrativa, per le imprese e per le organizzazioni in genere, delle persone giuridiche ai reati di omicidio colposo e lesioni gravi laddove ci sia una violazione alle norme antinfortunistiche e sulla tutela del'igiene e della salute sul lavoro.
Naturalmente le sanzioni sono pesantissime; tuttavia le imprese che adottano in maniera efficace i modelli di organizzazione e gestione risultano esenti da tali sanzioni a condizione (necessaria ma non sufficiente) che dimostrino di aver "adottato ed efficacemente attuato" (prima della commissione del reato) un modello di organizzazione e di gestione idoneo, così da escludere l'azienda dalle responsabilità dei reati commessi da dipendenti o dirigenti.
Il DLgs 81/08 precisa che i Modelli di Organizzazione e Gestione conformemente alle Linee Guida UNI-INAIL per il Sistema della Gestione della Sicurezza sul Lavoro (SGSL) del 2001 o i British Standard OHSAS 18001:2007 sono conformi ai requisiti previsti all'articolo 30 del DLgs 81/08; tuttavia tali specifiche non sono completamente sovrapponibili a quanto richiesto dal DLgs 231/01.


giovedì 19 settembre 2013

Principio di effettività

Il principio di effettività in materia di sicurezza sul lavoro è uno dei principi fondamentali utilizzato per individuare i destinatari delle norme e delle sanzioni che si basa sul reale possesso di mansioni e ruoli.

In particolare nell'ambito della sicurezza sul lavoro e della prevenzione degli infortuni per identificare le figure di Datore di Lavoro, si è soliti non tanto considerare i poteri di rappresentanza all'interno di un azienda, ma piuttosto si cerca di identificare colui che realmente detiene i poteri organizzativi.

Pertanto per individuare le figure di Datore di Lavoro, ma anche quelle di Dirigente e Preposto, si tratta di individuare la mansione realmente svolta da ciascuno, i poteri realmente conferiti, al di là del mansionario aziendale e della collocazione nell'organigramma.